Roma, [s.n.t.], 1946, un fascicolo in-4 piccolo, pp. [4]. Pierpaolo Cetera, “Il dopoguerra degli sconfitti”: “Dopo il 25 aprile 1945, molti degli appartenenti alle disciolte milizie del Partito Fascista Repubblicano e dell’Esercito della Repubblica Sociale Italiana furono i protagonisti di iniziative dirette contro il nuovo corso democratico. L’esperienza più rilevante del risorto attivismo neofascista fu quella dei “Fasci di Azione Rivoluzionaria”, una sigla d’ispirazione “interventista” e “diciannovista”, presente fin dall’estate del 1946. A differenza dei gruppi di reduci della prima guerra mondiale, iniziatori dei “fasci di combattimento” e delle “squadre d‟azione”, i nuovi reduci agirono in totale clandestinità. Fondati ufficialmente da Pino Nettuno Romualdi, Giorgio Almirante e Roberto Mieville su una struttura già esistente dalla fine del 1945 (organizzata dal solo Romualdi), i “Fasci d’azione” avevano il compito di rinsaldare la massa dei reduci del fascismo e di preparare lo scontro con le forze antifasciste, approfittando del momento in cui questi partiti si disputavano il potere e si dilaceravano a causa delle rotture giudicate insanabili”.
neofascismo, terrorismo nero