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Grazia Maria Cosima Damiana Deledda

[vc_row][vc_column][vc_column_text]E’ con meraviglia e la bellezza che si guarda come un fiore di cactus possa scaturire dall’ambiente più inospitale. Gràtzia Deledda (in sardo), premio nobel per la letteratura è nata in Barbagia a fine ‘800 una regione della Sardegna caratterizzata da povertà, superstizione e una tradizione a volte esasperata. Dove il ruolo della donna è totalmente subordinato a quello dell’uomo, in una società fortemente patriarcale e arretrata rispetto a quella del continente.
Se Grazia Deledda è una delle scrittrici che più di altre ha saputo tracciare il ritratto del verismo italiano.
Scrivere della Sardegna come un luogo mitico e come archetipo di tutti i luoghi è per lei disegnare la figura di personaggi che vivono fino in fondo, senza sconti, la loro tragedia come protagonisti di una miserevole condizione dell’uomo dalla natura insondabile che ne prende il sopravvento nell’agire.
Sfogliare le pagine di questo libro: Le Tentazioni, raccolta di sette racconti brevi scritti fra il 1894 e 1895, qui pubblicati per la prima volta, è come sfogliare i sentimenti di Grazia per ripercorrere quei passaggi fondamentali che come semi dell’animo dell’autrice in erba, germoglieranno per diventare querce poderose nei romanzi che hanno fatto la storia.
Le Tentazioni di Grazia Deledda uscito in immune rivista nel 1898 il singolo racconto dal titolo le tentazioni e poi la raccolta completa (con lo stesso titolo) nel 1899[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″]

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